Panorama lariano

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Affonda le radici secolari accanto al lago
l’antico tronco con le sue contorte fronde:
giocano le foglie, esposte al vento e al sole
spargendo al suolo un’ombra mossa e lieve.

Giovani linfe scorrono nei rami: spicca
in contrasto alla corteccia antica e scura
fra ruga e ruga, un piccolo germoglio
a rimarcare il solco d’un’altra primavera.

D’accanto una panca, in sasso di Moltrasio (*)
ammicca e accoglie, a ritemprante sosta…
Sciaborda lento il lago, oltre il muretto:
all’ampio e azzurro panorama invita.

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© Luciana
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*(n.d.r.) – il sasso di Moltrasio, o pietra moltrasina è tipico delle zone lariane. Un tempo erano attive svariate cave, particolarmente fra Carate e Moltrasio. Moltissimi monumenti della zona vennero infatti costruiti utilizzando questo materiale. Fra essi, anche il Duomo di Como. Il materiale, dopo l’estrazione veniva sgrezzato e poi trasportato dapprima con l’utilizzo delle ‘cadule’ (sorta di grosse slitte di legno) e poi via lago, sui “comballi“, grosse imbarcazioni tipiche locali a vela, utilizzate per i trasporti più pesanti.
Interessante e rimarchevole è anche la storia degli scalpellini locali,
i “pica-preda“, veri maestri d’arte dei tempi remoti.
(per ulteriori interessanti informazioni, cliccare su “sasso di Moltrasio” e “comballi”)

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10 pensieri su “Panorama lariano”

  1. “fra ruga e ruga”, la forza della vita. Che voglia di sedermi su quella panchina… Qui in studio fa caldo e mi servirebbe un po’ di quella breva.

  2. domenica scorsa mi sono divertita a pedalare un po’ sulle rive del lago, da Como oltre Moltrasio e Laglio… (qua e là, una piccola sosta rigenerante ci voleva…!)

  3. E’ che a volte si sta così bene lì, accovacciati sulla sponda del lago, ad aspettare che arrivi l’agognata breva, in modo da poter valicare quel muricciolo e farsi trasportare verso altri lidi

  4. già…e si “viaggia” non necessariamente con barca a remi o a motore, nè con una vela: basta anche soltanto il pensiero…

  5. …per tentare di colmare quel vuoto esistenziale che aleggia.
    Però a volte neanche i peregrinaggi mentali aiutano a rendere “più leggere” quelle acque che si frappongono alla realtà vera delle cose.

  6. mah…io direi decisamente la prima: circa le spinte regressive del Lac credo non vi sia alcun dubbio. Che tutto quanto poi abbia dei poteri curativi…ti saprò dire! Potrebbe essere un esperimento interessante . . .

  7. Esperimento dagli esiti certamente positivi (e ripetuti) per quanto mi concerne:

    “Come bevesse acqua di fonte/
    corre lo sguardo all’acqua, al lago,/
    al filo d’orizzonte – in disinvolte/
    armonie di sponde s’insinua/
    e gioca – svolge ed intreccia/
    ideali passi, immaginari percorsi./

    Si scioglie, fra piccole onde,/
    il tramestìo dei miei pensieri/”

    © Luciana

  8. gli alberi .. quella loro capacità di unire terra e cielo.
    gli alberi sul lago, poi, hanno la potenza energetica dei simboli naturali
    ricordo abche quello a trenezzo, vicino a villa carlotta

  9. “unione slanciata, fra terra e cielo”, dici bene Paolo…ed anche unione al nostro remoto, anello per anello, intrecciando presente e storia: gli alberi sono sentinelle e testimonianze che accompagnano il tempo che scorre, sopravvivendo ad altre vite…

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