Il cedro di piazza Verdi (Teatro Sociale)

12 giugno 2009 – Ore 04.30:

ABBATTUTO ALL’ALBA
IL CEDRO DEL LIBANO DI PIAZZA VERDI.

COMO AVRA’ ORA UNA MERAVIGLIOSA, OSPITALE, SPAZIOSA NUOVISSIMA PIAZZA: LINEARE E DI CEMENTO…”RAZIONALISTA”.

(cfr. news quotidiano on line “La Provincia di Como”:
Giorni contati per il cedro – “Abbattuto il cedro
Raffica di critiche all’abbattimento

SENZA AGGIUNTA DI ULTERIORI PAROLE:
LE FOTOGRAFIE, PARLANO DA SOLE.
(Leggete anche i commenti pervenuti, sotto il post)
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“Dov’era l’ombra, or sé la quercia spande
morta,né più coi turbini tenzona.
La gente dice:”Or vedo: era pur grande!”

(da “Primi Poemetti” di Giovanni Pascoli)

Mezzo secolo di rami e di radici,
imponente e fiero, il cedro sovrastava
svettante, al fianco del teatro cittadino.
Determinata e drastica, la decisione
in barba a proteste e firme della gente…

La piazza ha le sue proprie dimensioni,
che diamine, potiamo quell’obbrobrio di natura
che ardito svetta, ad oscurare la facciata!
Rispettiamo il design – e le proporzioni.”

Sicchè, ora la piazza finalmente sgombra
sarà ampia, aperta, vuota ed “accogliente”.

Dell’ombra sua, sbiadito resterà (forse) un ricordo.

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© Luciana

– fine dell’amara storia del cedro del libano
(dicembre 1943 – giugno 2009)

Si ringrazia la sensibilità
– degli autori e sostenitori del “progetto di riqualificazione e nuova fruibilità della piazza“,
– nonchè dell’assessore e del sindaco che l’hanno approvato ed orgogliosamente e caparbiamente condotto avanti – sino a completa esecuzione – in tutti i sensi del termine.

n.d.r.
A Como, uno dopo l’altro, nel corso degli ultimi anni stanno purtroppo sparendo molte piante d’epoca e d’alto fusto – da giardini privati, da aiuole e viali pubblici…

Recentemente, in Via Ortelli (poche centinaia di metri in linea d’aria dall’albero di cui sopra) è stato tagliato un altro splendido esemplare di cedro del libano.

Si trattava di una pianta in perfette condizioni, alta una trentina di metri.

A scempio compiuto,
è rimasta integra soltanto una parte del fusto,
quella che a tutt’oggi ancora tristemente
svetta, ‘a testimonianza’, come si può vedere
nell’ultima foto, pubblicata qui a destra


(per ingrandirne la visibilità, cliccare sulle immagini stesse)

AGGIORNAMENTO – 17 LUGLIO 2009:

Emergono resti di antiche mura durante i lavori in piazza Verdi

Scavi archeologici. Dopo il discusso abbattimento del cedro, i cui strascichi polemici non si sono ancora esauriti, i lavori per la realizzazione della nuova piazza Verdi hanno, infatti, portato alla luce antichi resti.
Era già nota, grazie a varie fonti storiche, l’esistenza di un ampio complesso che sorgeva nei pressi della Torre Pantera, ma che venne demolito alla fine dell’Ottocento. Durante gli scavi in piazza, in corrispondenza dell’abside del Duomo, sono emersi gli spigoli di quell’antico isolato. Si tratta di mura di notevole spessore.
Di fronte al Teatro Sociale, invece, è venuta alla luce un’altra muratura che si interseca, all’altezza dell’imbocco di via Bellini, con una struttura di dimensioni ancora maggiori. Questo ritrovamento ha suscitato l’interesse degli studiosi. Si trova infatti nell’area compresa all’interno della cittadella viscontea che, nel 1335 inglobava il castello della Torre rotonda, su cui è stato edificato (tra il 1811 e il 1813) il Teatro Sociale. La cosidettta cittadella arrivava fino al lago, nell’area oggi occupata da piazza Roma. Gli studiosi dovranno ora cercare di capire la funzione e la datazione dei resti rinvenuti.
(news ripresa da www.ciaocomo.it

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33 pensieri su “Il cedro di piazza Verdi (Teatro Sociale)”

  1. Mi ricordo alcuni versi di Salvatore Quasimodo,
    quando scriveva, con il titolo "Profanazione":

    "HO RITROVATO ANCORA PIU' DESERTO
    IL MITE GIARDINO DEI MIEI SOGNI.
    DITEMI; DITEMI CHI COLSE I MIEI FIORI
    NATI D'UN TRATTO NE LA SERA
    COME UN'IDEA NUOVA NON PENSATA MAI."
    Emilio Montorfano

  2. Emilio,

    grazie per la risposta istintiva del tuo animo gentile – che qui giunge attraverso la voce di Quasimodo – a rafforzare ancor più l'intendimento ed il significato dei versi.

    Non si tratta di difendere un oggetto inanimato qualsiasi – bensì una vita che ha assistito insieme a noi ben mezzo secolo di storia cittadina.

    L'hanno potuto vedere crescere, in quel luogo i nostri padri, forse i nostri nonni. Ed è ancora ben vivo – e vegeta – in queste sue (e nostre) "radici", il comune desiderio di vita e di continuità…
    .

  3. magari, capitasse sporadicamente -invece, l'eliminazione delle essenze verdi di qualità sta purtroppo divenendo consuetudine ovunque … e caldo e smog sono gli unici, a guadagnarci…

  4. La mia risposta ad una vile azione.

    Luciana,
    Mi unisco alla tua voce che con grande sensibilità, sonorità e amore innalza il suo triste e doloroso canto per la sordità dell'uomo (?!) che, solo per futile interesse e ignoranza (ogni altro aggettivo è riduttivo), ha compiuto la vile azione denudando il larice testimone della bellezza della natura e patrimonio dell'umanità.
    Fermiamo la sua mano gridando insieme:"Basta, non distruggete le bellezze che la natura ci ha donato".

    Lo stesso titolo della tua poesia/denuncia (se posso)

    cala la greve mano
    con ignoranza e insendibiltà
    sulle perle della natura
    taglia, ferisce, rescide, uccide
    vecchi amici che
    danno il fresco abbraccio
    della loro ombra
    e raccontano la loro storia
    denudato
    piange il cedro comasco
    e
    in un grande spazio
    vuoto
    alza ora
    la sua piccola chioma.

    Giovanni De Simone
    .

  5. Grazie Giovanni, per il tuo intervento.
    Penso sia giusto e sacrosanto, interrompere il silenzio ed il disinteresse che solitamente e tristemente accompagnano l'abbattimento di un albero.

    In questo caso, contrariamente all'albero di Via Ortelli, il cui abbattimento giunse improvviso ed assolutamente inatteso, forse il cedro del libano di piazza Verdi si potrà ancora salvare.

    Io lo spero di cuore – e con noi, credo siano moltissimi cittadini comaschi. In molti hanno già manifestato il loro disappunto con le più diverse modalità (lettere ai giornali, telefonate alle redazioni, raccolta di firme…).

    Chissà che non si riesca a fermare, almeno per una volta, questo "moloch" di sconsiderati sacrifici…
    Forse, siamo ancora in tempo…

  6. Cara Luciana, io non so come finirà, o se sia finita la storia del bel cedro, ma qualsiasi esito possa avere avuto, io potrei dire al suo assassino queste parole di BAUDELAIRE:
    "Tu ne tueras jamais dans ma mémoire
    Celle qui fut mon plaisir et ma gloire."

    So anche che per chi è determinato a distruggere, queste parole non toccano l'anima, soprattutto se inviate da uno come me, della cui opera posso dire con LAMARTINE che "Le poète est semblable aux oiseaux de passage…"
    .
    Emilio Montorfano
    .

  7. Già, Emilio…
    Lamartine si è espresso più che bene.
    Ieri mattina, nel dialogare (proprio ai piedi del cedro) con l'assessore, ho avuto la medesima impressione.

    Gentilmente compassato, si prodigava nel rispondere alle mie numerose perplessità in merito all'eliminazione sistematica degli alberi, avvenuta in città negli ultimi 20 anni.
    L'atteggiamento nella considerazione di quanto andavo via via esprimendogli, era però palesemente quello distaccato di colui che sa di essere lui, a poter decidere
    (anche se stavolta, forse, non è ancora detto…)

    Così, visto che "verba volant e scripta manent", mi sono decisa a mettere on line la testimonianza fotografica dei mei pensieri, che peraltro da parecchio tempo premevano, per uscire…

    Una goccia in più, aggiunta alle tante altre voci che si sono levate…
    E chissà… a volte, una goccia sola può anche far traboccare un vaso…

  8. Ciao a tutti, stiamo vivendo un momento in cui la vita, qualsiasi, dalla più minuscola a quella umana, (ma quando si parla di VITA non mi piace fare molta distinzione), non ha importanza. Si passa sopra a tutto e a tutti.
    E' solo un albero! Era solo… un gatto, un cane, un barbone, un marocchino……….
    Credo che questi atti debbano farci riflettere: è questo il mondo in cui vogliamo vivere?

    Miriam

  9. Ciao Miriam
    il tuo dubbio è anche il mio, oggi in modo particolare.

    Un notissimo proverbio degli indiani Cree recita:
    "Solo dopo che l'ultimo albero sarà stato abbattuto,
    Solo dopo che l'ultimo fiume sarà stato avvelenato,
    Solo dopo che l'ultimo pesce sarà stato catturato,
    solo dopo che l'ultimo bisonte sarà stato ucciso,
    Soltanto allora, uomo, ti ccorgerai che il denaro non si mangia."

    Ma c'è un'altra citazione indiana che ni piace ricordare, a proposito della serenità che può trasmettere un albero:

    "Impara la lezione dell'albero: sopporta tutto il calore del sole ed offre agli altri la freschezza dell'ombra"

  10. parole sagge. Ma l'essere umano è l'animale più stolto della natura, a parer mio, perché non impara dai propri errori.
    Miriam

  11. purtroppo no, Miriam – anzi, continua ostinatamente a commetterne…
    Che sia per via del debito mai chiuso con il fatidico albero di mele biblico? (Assaggiare la "mela della conoscenza" però, come dici tu, sembra non sia servito a granchè!)

  12. Che delitto! Perchè solo di delitto si può parlare riferendosi all'abbarrimento del maestoso e centanrio cedro! Mi chiedo come sia possibile commenttere un tale scempio convinti di far bene, convinti di acquistare spazio per la piazza che invece il magnifico cedro impreziosiva con la sua maestosa bellezza!
    Credevo proprio che al giorno d'oggi queste cose non potessero più accadere, sono delusa ed amareggiata e quello che mi angoscia di più è che quando si commette un'azione del genere, purtroppo non si può più tornare indietro, si può solo piangere per ciò che si è perduto.

  13. Antonia, la mia reazione emotiva è stata la tua medesima.
    Presa totalmente in contropiede da questa avventata ed ostinatissima decisione – che nella mia beata ingenuità io ritenevo potesse essere ancora possibile fermare, mi sono ritrovata a pensare con amarezza a quanto sia impossibile credere ancora al bello senza alcun secondo fine.
    In questo specifico caso, credere ancora al gusto di poter osservare intorno a me alberi e paesaggi che ho visto intorno a me sin da bambina – che invece corrono il rischio di scomparire, l'uno dopo l'altro, inesorabilmente inghiottiti dalla frenesìa, dalla freddezza, dal logorìo assurdo dell'indifferenza del quotidiano…

    Ucciso, l'albero.
    E uccisa anche un po' anche la speranza.

  14. Gentile Rosa Maria,

    "Al poeta è cara ogni foglia": splendida e condivisa, quest'affermazione.
    Pubblico il suo commento ed i suoi versi qui, riservando agli stessi anche un apposito spazio su "larioinpoesia".
    Un modo di sottolineare con affetto e stima quanto può essere importante – e lasciare l'impronta della propria permanente ombra anche nel ricordo personale – uno spazio di verde.

  15. Gentilissima Luciana,
    non posso che essere dispiaciuta per quanto accaduto.
    Gli alberi sono come santuari: chi sa ascoltarli apprende tante verità, impara la legge primordiale della vita.
    Al poeta, in particolare, è cara l'ombra di ogni foglia.

    Salutandola cordialmente, mi permetto di inviarle una mia poesia dal titolo "Ombre dal passato" che dedico al cedro che ornava la piazza del Teatro Sociale.

    Rosa Maria Corti (Lenno- Co)
    OMBRE DAL PASSATO (Dedicata al cedro che ornava la piazza del teatro Sociale)

    Nel vecchio giardino silente
    il contorto glicine è stato tagliato.
    Imbrattava il grappolo guasto
    il nitido candore di un busto.

    Ora anche la statua è stata rimossa,
    dimentichi gli uomini di fama e fortuna.
    Disilluso il fantasma di pietra
    s’aggira furtivo nelle notti di luna.

    Tratta da “La canzone del tempo” di Rosa Maria Corti (Lenno- Co)

  16. Molte volte – vabbè, quasi sempre – fatico a capire le scelte delle giunte locali. Sembra che il poco potere che hanno, ma che in effetti è una tirannia nei paesi sotto i 15.000 abitanti, consenta loro di fare quello che vogliono. E giù parcheggi, dossi, sensi unici, rotonde… E via cedri, boschi, platani (la stazione di Paderno pochi mesi fa) in nome di un progresso o di un bene collettivo che in realtà è un regresso.

  17. A proposito di questo tuo commento Daniele, vorrei espressamente citare a contrappeso, poichè davvero degno di nota, il giudizio di "sollievo" espresso dall'architetto De Paolis, docente (ahinoi!) al Politecnico di Milano.
    "Un plauso all'amministrazione che con coraggio e determinazione ha riportato all'attenzione della collettività LA CELEBRAZIONE DELLO SPAZIO UMANO A MISURA D'UOMO, RICOLLOCANDO LA PERSONA AL CENTRO DELLA PERCEZIONE E DELLA FRUIZIONE VISIVA DEL PAESAGGIO URBANO".

    Che altro si può dire (a parte avere un immediata reazione di sgomento e scoramento)?
    Forse, per una migliore "fruizione" occorrerà anche vietare l'accesso alla piazza agli animali? Chissà…
    Massì, già che ci siamo, abbattiamo anche tutti gli altri alberi di tutte le altre piazze d'Italia….

  18. Ciao, hanno agito precipitosamente per evitare che, come previsto e promesso, la mozione per il cedro fosse discussa Lunedì durante il consiglio comunale. Noi ci troviamo comunque Lunedì alle 21,00 in consiglio comunale. Per il cedro ormai non si puo fare più nulla però possiamo ricordare ai nostri amministratori
    che non sono i padroni della città e che esiste una cittadinanza, che loro rappresentano, che va rispettata e a cui devono render conto.
    Sarebbe bello fossimo in tanti…

  19. Ti ringrazio per averlo fatto presente a chi fosse interessato, Marta.
    Personalmente, ho cercato ed avuto occasione di esprimere il mio parere direttamente all'assessore interessato, ai piedi del cedro, la mattina precedente la sua "radicale potatura".
    Non ritengo abbia più senso, ora, rivolgergli parola in merito.
    Semmai, prendere atto scritto dell'accaduto – e renderlo il più possibile noto, fissarlo nel tempo.
    Come ho cercato e cerco di fare, in modo che questa bruttissima pagina di storia locale non sia archiviata – bensì ricordata e diffusa – il più a lungo e il più lontano possibile.

  20. A parte la vicenda del cedro – vergonosa quanto basta – sarebbe interessante capire cosa vogliano farci, con questo nuovo, enorme spazio…visto come si comportano delle belle parate militari in stile nordcoreano?

  21. Io una mezza idea in proposito, ce l'avrei…e ora l'esprimo, perchè il dubbio mi rode e sono certissima che accadrà.

    Natale 2009 vedrà splendide "bancarelle del tipico" con formaggelle e salamini troneggiare fra Teatro Sociale ed abside del Duomo.
    Sfrattate da Piazza Cavour, quest'anno erano state ubicate in Piazza Volta. Qualcuno disse che erano pericolose, in caso di necessità pompieri ed ambulanze avrebbe faticato ad arrivare alla piazza. Guarda caso… Piazza Verdi è situata proprio di fronte alla sede della Croce Rossa.

    Suppongo che la splendida idea renderà molto lieti i palchettisti ed i gestori del Teatro, che chiedevano a gran voce l'abbattimento del cedro (che invece, come consuetamente, sarebbe stato abbigliato maestosamente per l'occasione, con splendide luci natalizie)

    Apro le scommesse, in merito?

    Anche perchè l'occupazione di suolo pubblico è economicamente produttiva per le casse municipali….
    Il cedro invece, per sua grande sfortuna, no.
    .

  22. *******
    n.d.r.
    *******

    SONO PERVENUTI IN PROPOSITO DIVERSI COMMENTI ANONIMI

    non saranno pubblicati on line, proprio in quanto tali.

  23. La morte del cedro (12.6.2009)

    Ero tutto solo in quella piazza/
    ero sano, bello ed ancora forte/
    ma alcuni odiando la mia razza/
    decisero di condannarmi a morte./

    E così alle cinque di mattino/
    mi linciarono furbescamente/
    lascio un vuoto, un vuoto assassino/
    un vuoto per COMO perdente./

    Davo un tocco di grazia e signorilità/
    ad uno spazio or come ora assurdo/
    ma nella mente dell'umana insensibilità/
    ci stan solo SOLDI, POTERE e CEMENTO./

    Angelo Ostini – Maslianico

    Ricorderò sempre il cedro morto per stupidità e inciviltà umana (povero uomo) – (qualcuno disse: ma è solo una pianta!!!

    Angelo Ostini / Maslianico
    14.6.2009

  24. Ciao Luciana io non scrivo d'abitudine perchè non sono pratica di blog ma prendo questa occasione per poter manifestare e condividere anch'io il mio disappunto nella vicenda del cedro.
    E' come perdere una parte della propria storia.

    Marilena
    .

  25. Cara Marilena,
    sono passate ormai alcune settimane, eppure il ricordo del maestoso cedro ancora permane, nel ricordo dei comaschi che – come te, come me – hanno scoperto che alla sua presenza si erano ormai affezionati…e anche quando la piazza sarà smagliante e completa, io sono convinta che continuerà ad aleggiare "l'ombra" della sua storia…

  26. Peccato tu abbia deciso d'inviare aninimamente il tuo commento: essere paladini della natura è sintomo di sensibilità: assoltamente nulla da temere o di cui vergognarsi…anzi!

  27. Anche se il comune continua a criticare i "graffitari" additandoli come uno dei problemi principali della città, con l'abbattimento del cedro si può ben vedere come sia finito per imitarli (agendo di notte e di nascosto per fare qualcosa che da molti era ed è recepito come uno sfregio alla città).

    Con la differenza che questa politica urbanistica sta facendo molti più danni di quanto possa mai farne qualsiasi bomboletta spray (basta vedere com’è ridotta la pavimentazione del lungolago per i cantieri delle paratie o com’è ridotto il baradello che ormai sembra un’antenna tv più che una torre).

    E con la differenza che almeno in teoria l’amministrazione comunale dovrebbe agire conformante alla volontà dei comaschi, e non secondo il proprio arbitrio (il cedro va tagliato e basta).

    L’unica motivazione data da palazzo Cernezzi di fronte a un dissenso evidente da ormai più di tre anni è che “bisognava farlo – abbellisce la città”.

    In che considerazione verrebbe presa questa scusa se a proporla fosse qualche “graffittaro” appunto una volta scoperta la sua “opera” notturna?

    Da questa vicenda poi si può ben vedere che peso sia dia alle opinioni dei cittadini (apertamente ignorate e ritenute senza importanza nelle dichiarazoni dell’assessore Caradonna).

    A che pro allora inviare opuscoli informativi ad ogni comasco sui progetti del comune (“Il cittadino”), quando nel caso ci sia dissenso i cambiamenti vengono imposti comunque con la forza perché “bisogna farli”?

    Se l’unico scopo è quello di suggerire alle donne in gravidanza di “prendere pillole per evitare malformazioni nei neonati” (a quanto pare i bambini nascono senza malformazioni da qualche secolo senza bisogno di pillole), si potrebbero anche risparmiare i soldi usati per stamparli (visto che a quanto pare c’è la crisi).

  28. Ciao, hanno agito precipitosamente per evitare che la mozione per il cedro fosse discussa, come previsto e promesso, durante il consiglio comunale di Lunedi 15. Noi ci troviamo comunque in comune alle 21,00: per il cedro ormai non si puo fare più nulla però possiamo ricordargli
    che non sono i padroni della città e che esiste una cittadinanza, che
    loro rappresentano, che va rispettata e a cui devono render conto.
    Sarebbe bello se fossimo in tanti

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