Acqua d’agosto

 

Pioviggina: quel fresco, tanto atteso nei boschi
è come lieve manto, accarezza il pelo dell’onda.

 

Uno sbuffo di nebbia, incuneato all’anfratto del colle
pare quasi sopito e adagiato, in un palmo di mano.

 

Cirri come vele, gonfiati e sospinti dal vento
aleggiano in alte schiere e si librano in frotte.

 

Ticchettano gocce imperiose: fittamente s’affollano
e rimbalzando trapuntano il lago, in pressante cesello.

 

S’abbracciano le nuvole, ricoprendo il crinale dei monti
velocemente si fondono in nembi, forieri di tempesta.

 

Poco prima del tuono, tace la riva, il cielo e l’orizzonte:
nel cupo grigio, anatre e gabbiani al nido, cercano rifugio.

 

Chiudo l’ombrello. (Anch’io, giunta a riparo)
© luciana bianchi cavalleri