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(Giovanni Segantini – “Mucca bruna all’abbeveratoio” – cm. 87×71, Milano, Galleria d’Arte Moderna)
Sugli alti pascoli lariani,
la giovane bruno-alpina
distende flemmatica i suoi passi
l’uno dopo l’altro: avanza lemme
scampanando greve, a tratti.
A lato della mandria, tra il verde intenso
procede piano, umide froge e muso a terra,
compostamente paga, cheta e mansueta,
quasi indifferente: bruca e seleziona
tra ciuffi profumati, scomposti dalla brezza.
Alza il capo e mi scorge, incuriosita
ruota l’ orecchio: placida e bonaria,
la coda sottile che fende l’aria a guizzi.
L’occhio liquido e mite, che d’improvviso
fissandomi, si fa più acuto e attento.
A lungo resta immobile, così:
imponente e dolce, ferma nel vento.
Poi, dondolando il suo campanaccio
riprende con calma – lentamente lenta –
il suo dinoccolato passo, lungo l’alpe.
Friniscono cicale e grilli. Si fa sera.
S’allungano le ombre e la frescura
si fa vello ai prati e velo al cielo:
giaciglio sereno di riposo, alla natura.
Si scioglie in incanto, ogni tensione.
Sale una lieve nebbia: all’orizzonte, freme
e svapora. Una sensazione d’infinita pace
m’avvolge, accogliendo panorama e cuore.
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© Luciana
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(premiata al TROFEO POESIA APPACuVI – Associazione Protezione Patrimonio Culturale Valle Intelvi, Valli del Lario e del Ceresio – luglio 2007)