Nuvole e nebbie, nel grigio sovrano:
scorci di lago, tra scrosci di pioggia.
Riempie le gronde, gioca col pino,
rimbalza e invade scale e gradini,
cade sul larice, fra tegole e tetti,
corre in rigagnoli, schizza di spruzzi.
Fugge il piccione, il passero e il gatto,
cercano scampo le papere in riva,
anche il gabbiano interrompe il suo volo…
fluttua un natante fra l’onde agitate.
Acqua che salta, che picchia, che corre,
bagna cipressi, vigneti ed orti:
molle è la terra, intrisa e inzuppata,
si piega l’erba, allo scroscio argentato.
Ritmica danza che avvolge ogni cosa:
annaffiatoio del cielo, a distesa.
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© Luciana
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n.d.r. – I versi sono nati dall’osservazione di un filmato registrato a Coatesa di Nesso (CO), da Paolo Ferrario – proprio da quel filmato sono tratte le immagini qui sopra riportate.
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Molto belli questo tuoi versi. Mi sembra di essere lì presente ad ascoltare gli scrosci di pioggia e di assistere al loro effetto sulle cose e gli animali. Grazie.
Paola
Ciao Paola, con piacere rileggo un tuo commento. Secondo me, la pioggia ha in sè una particolare magìa: ascoltarla ed osservarla, lasciarsi trasportare dal fruscio ora leggero ed ora impetuoso, possiede qualcosa di misteriosamente terapeutico, un non so che che avvolge completamente l'anima e il pensiero… quasi catartico! ; ))
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