Punti di vista

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fotografia: Jaio – (http://furlanar.blogspot.com)
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Squadrato ed in cornice
è l’orizzonte limitato
da un vetrato oblò
– in battello –

Nell’anima bianca perlata
d’una conchiglia opalina
praticare un ampio foro
farà del Lario un mare?

Giochi di sguardi
ed assurde fantasie…
per riscoprire il mio lago
da inconsuete angolazioni.
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© Luciana

5 pensieri su “Punti di vista”

  1. Particolare, la scelta d’inquadratura della foto di Jaio: mi ha riportato alla memoria “View-Master”…era uno strano “binocolo”, in cui da bambina inserivo piccoli dischi di carta con fotografie: pigiando un pulsante il disco ruotando scorreva all’immagine successiva. (Forse, ci avete giocato anche voi?)
    E l’immaginazione è subito volata altrove – pensando altre inconsuete inquadrature di lago…

  2. È come mettere una cornice al lago…

    L’aggeggio “finto tridimensionale” ce l’avevo anch’io,aveva un nome francese però. Anzi ce l’ho ancora, nascosto in qualche armadio. Mi sa che corro a cercarlo.

  3. mmmhhh… profumi d’antan….

    Maguardaunpo’ cosa pùò nascere, dall’incontro con una bella fotografia di lago!
    E il mio “view master”… chissà dove sarà finito…!

  4. Trovato! Trovato! Si chiama “Simplex” ed è tecnicamente un visore stereoscopico. Il mio è corredato di una decina di schede da inserire con fotografie di Lourdes, di Parigi e dei Castelli della Loira. Un tuffo nella memoria dell’infanzia.

  5. Comprendo – e condivido – il tuo sentire e il tuo entusiasmo: in fondo, la memoria è costruita anche di queste “piccole e buone cose”.
    (Discorso piazzato in bilico fra il crepuscolarismo gozzaniano e il futurismo del Govoni? ..eheh…).. Fatto sta che ora mi è istintivamente venuta in mente una dolcissima e delicata poesia – sempre rivolta ad un semplice trastullo dell’infanzia:

    LA TROMBETTINA

    La trombettina
    Ecco che cosa resta
    di tutta la magia della fiera:
    quella trombettina,
    di latta azzurra e verde,
    che suona una bambina
    camminando, scalza, per i campi.
    Ma, in quella nota sforzata,
    ci son dentro i pagliacci bianchi e rossi,
    c’è la banda d’oro rumoroso,
    la giostra coi cavalli, l’organo, i lumini.
    Come, nello sgocciolare della gronda,
    c’è tutto lo spavento della bufera,
    la bellezza dei lampi e dell’arcobaleno;
    nell’umido cerino d’una lucciola
    che si sfa su una foglia di brughiera,
    tutta la meraviglia della primavera.

    In fondo, la fantasia dell’infanzia sa godere di queste piccole cose – e ritrovarne intatta la magìa anche a distanza di anni è…”esilarantemente” (!) bello!

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