.
fotografia: Jaio – (http://furlanar.blogspot.com)
.
Squadrato ed in cornice
è l’orizzonte limitato
da un vetrato oblò
– in battello –
Nell’anima bianca perlata
d’una conchiglia opalina
praticare un ampio foro
farà del Lario un mare?
Giochi di sguardi
ed assurde fantasie…
per riscoprire il mio lago
da inconsuete angolazioni..
.
© Luciana
Particolare, la scelta d’inquadratura della foto di Jaio: mi ha riportato alla memoria “View-Master”…era uno strano “binocolo”, in cui da bambina inserivo piccoli dischi di carta con fotografie: pigiando un pulsante il disco ruotando scorreva all’immagine successiva. (Forse, ci avete giocato anche voi?)
E l’immaginazione è subito volata altrove – pensando altre inconsuete inquadrature di lago…
È come mettere una cornice al lago…
L’aggeggio “finto tridimensionale” ce l’avevo anch’io,aveva un nome francese però. Anzi ce l’ho ancora, nascosto in qualche armadio. Mi sa che corro a cercarlo.
mmmhhh… profumi d’antan….
Maguardaunpo’ cosa pùò nascere, dall’incontro con una bella fotografia di lago!
E il mio “view master”… chissà dove sarà finito…!
Trovato! Trovato! Si chiama “Simplex” ed è tecnicamente un visore stereoscopico. Il mio è corredato di una decina di schede da inserire con fotografie di Lourdes, di Parigi e dei Castelli della Loira. Un tuffo nella memoria dell’infanzia.
Comprendo – e condivido – il tuo sentire e il tuo entusiasmo: in fondo, la memoria è costruita anche di queste “piccole e buone cose”.
(Discorso piazzato in bilico fra il crepuscolarismo gozzaniano e il futurismo del Govoni? ..eheh…).. Fatto sta che ora mi è istintivamente venuta in mente una dolcissima e delicata poesia – sempre rivolta ad un semplice trastullo dell’infanzia:
LA TROMBETTINA
La trombettina
Ecco che cosa resta
di tutta la magia della fiera:
quella trombettina,
di latta azzurra e verde,
che suona una bambina
camminando, scalza, per i campi.
Ma, in quella nota sforzata,
ci son dentro i pagliacci bianchi e rossi,
c’è la banda d’oro rumoroso,
la giostra coi cavalli, l’organo, i lumini.
Come, nello sgocciolare della gronda,
c’è tutto lo spavento della bufera,
la bellezza dei lampi e dell’arcobaleno;
nell’umido cerino d’una lucciola
che si sfa su una foglia di brughiera,
tutta la meraviglia della primavera.
In fondo, la fantasia dell’infanzia sa godere di queste piccole cose – e ritrovarne intatta la magìa anche a distanza di anni è…”esilarantemente” (!) bello!