La fissità del paesaggio (opaco)
e un lago immobile, senz’onde.
Di ramo in ramo, rimbalzando in echi,
si dondola nell’afa il frinire di cicale.
Orizzonti di foschia appannati
come il cielo: avvolto di calura.
Impellente voglia: di una pioggia.
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© luciana
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Infinitamente bella da incantarti.
Giovanni
Sebbene Esopo "condannasse" la cicala, preferendole l'operosità della formica, il suo canto (come quello del grillo, interpretato invece come saggio dal nostro Collodi) possiede sicuramente un grande fascino!
Peccato soltanto che si insinui esclusivamente fra le pieghe del profondo, penetrante caldo estivo – che io proprio non amo! ; ))
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