S’è fatta quasi sera: mutevole e cangiante
in questa primavera, iridescente e strana.
Tutto è più terso dopo il forte vento:
netto il contrasto, nordici i colori.
All’infinito moto d’acque ondeggiano
alberi maestri all’ormeggio, assorbendo
e cadenzando in differenziati ritmi il gioco
della brezza: quasi un respiro, eterno anelito
di vita o desiderio indomito di viaggio,
voglia d’intrapresa, impulso a ripartire.
Volubili cirri costellano il cielo, variegando
di proiezioni d’ombre i verdi declivi e il Resegone.
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© luciana bianchi cavalleri
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